Ho conosciuto quell’eclettico artista giapponese che risponde al nome di Ryuichi Sakamoto grazie ai dischi di David Sylvian, dato che il cantante inglese s’è avvalso spesso e volentieri del talento creativo di Sakamoto. A dire il vero, fino ad una decina d’anni fa, ignoravo bellamente che Forbidden Colours, il pezzo più famoso di Sylvian e uno dei brani che amo di più, fosse in realtà una canzone di Sakamoto cantata da David.
Ryuichi Sakamoto, classe 1952, è probabilmente la più grande star musicale del Giappone e uno dei migliori compositori di colonne sonore. Numerose le sue collaborazioni con famosi artisti internazionali, fra i quali, oltre al già citato David Sylvian (e ai suoi progetti quali Japan e Nine Horses), troviamo Iggy Pop, i PiL, Caetano Veloso, Youssou N’Dour, Arto Lindsay e gli Aztec Camera.
Mago del pianoforte e delle tastiere, Ryuichi Sakamoto ha debuttato su disco nel 1978 con gli Yellow Magic Orchestra, un trio techno-pop giapponese del quale ha fatto parte fino allo scioglimento del gruppo stesso, nei primi anni Novanta. Nel frattempo, oltre ad aver realizzato diversi e celebrati album solisti (qui cito la trilogia composta da “Neo Geo” del 1987, “Beauty” del 1989 e “Heartbeat” del 1991), ha musicato numerose e fortunate colonne sonore, fra le quali “Furyo” (la sopracitata Forbidden Colours è parte di questa colonna sonora), “L’Ultimo Imperatore”, “Un Té nel Deserto” e “Femme Fatale”. Ha anche recitato da attore, sia in alcuni degli stessi film che ha musicato (in “Furyo” è accanto a David Bowie) e sia in parti minori, quali il video di Rain, una canzone di Madonna datata 1992.
Insomma, davvero un artista – un artista nel vero senso della parola – completo, questo Ryuichi Sakamoto, un personaggio in continuo fermento creativo che non ha mai rinunciato a sperimentare con i suoni e le immagini. -Matteo Aceto