Io i Bee Gees li ho sempre amati. La loro musica ha attraversato cinque decenni e ognuno di essi li ha visti protagonisti con grandi album e bellissime canzoni. Negli anni Sessanta, ad esempio, se ne uscirono con I’ve Gotta Get A Message To You, Words , World, I Started A Joke e First Of May, nei Settanta con le ormai immortali You Should Be Dancing, Stayin’ Alive, How Deep Is Your Love, Night Fever, More Than A Woman e Tragedy, negli Ottanta con You Win Again e Wish You Were Here, nei Novanta con For Whom The Bell Tolls e Alone, e nel nuovo millennio con This Is Where I Came In.
Ma di canzoni a dir poco memorabili, i tre fratelli Gibb ne hanno tirate fuori a bizzeffe in tutti questi anni, sia come gruppo, sia come solisti ma anche come autori / produttori di altri artisti, gente del calibro di Barbra Streisand, Diana Ross, Céline Dion, Kerry Rogers, Dionne Warwick, Elton John, tanto per dire i primi nomi che mi sovvengono.
Il nome Bee Gees sta per B e G, ovvero Brothers Gibb, dove i fratelli in questione sono Barry, Robin e Maurice (questi ultimi due sono gemelli). C’era anche un quarto fratello, il più giovane, Andy Gibb, il quale ha avuto anche lui un certo successo commerciale a cavallo degli anni Settanta e Ottanta. Purtroppo Andy morì nel 1988 per complicazioni cardiache dovute ai suoi eccessi, mentre nel 2003 fu la volta di Maurice, stroncato da una malformazione congenita all’intestino. Ma non è di morte che voglio parlare perché i Gibb ci hanno sempre proposto delle canzoni straordinariamente vitali, e tuttora attuali, anche quelle incise all’inizio della loro carriera.
Una carriera che, incoraggiata dal padre Hugh, inizia in Australia nella seconda metà degli anni Sessanta, col singolo Spicks & Specks che vola già al 1° posto della classifica. Poi i Gibb tornano nella terra natìa, la Gran Bretagna, e si preparano a conquistare le classifiche mondiali con brani come Massachusetts, To Love Somebody, How Can You Mend A Broken Heart, Run To Me, Jive Talking, Nights On Broadway e tante altre, e con album come “Bee Gees’ First” (1967)”, “Horizontal”, “Idea” (entrambi del ’68), “Odessa” (1969), “Cucumber Castle” (1970, coi Bee Gees ridotti a duo dopo la breve defezione di Robin), “2 Years On” (sempre nel ’70), “Trafalgar” (1971), fino a quello che per molti è il miglior disco dei Gibb, “Main Course” (1975).
Nel 1976 esce “Children Of The World” che anticipa quella svolta disco che si compirà alla grande l’anno dopo, con le canzoni scritte ed interpretate per la colonna sonora de “La Febbre del Sabato Sera”. Musiche e film strafamosi in tutto il pianeta. I Bee Gees si ripetono nel 1979 con “Spirits Having Flown”, poi negli anni Ottanta la loro produzione sarà meno prolifica: preferiranno assumere un profilo più basso per scrivere/produrre per altri artisti, con Robin che ottiene un discreto successo come solista (il singolo Juliet del 1983 è famosissimo). Qualche anno prima anche Andy iniziò ad ottenne grandi riconoscimenti, grazie all’album “Flowing Rivers” (1977) e a fortunati singoli quali Love Is Thicker Than Water, Shadow Dancing e An Everlasting Love.
Negli Ottanta gli album veri e propri dei Bee Gees sono soltanto tre, “Living Eyes” (1981), “E.S.P.” (1987) e “One” (1989), mentre nei Novanta escono altri tre da studio – “High Civilization” (1991), “Size Isn’t Everything” (1993) e “Still Waters” (1997) – e un album live, “One Night Only” (1998). Tutto materiale che non fa che confermare un’impressione già netta: passano gli anni, passano le tendenze, cambiano gli stili, ma i fratelli Gibb non perdono nulla della loro innata classe. Nel 2001 i Bee Gees tornano con l’ottimo “This Is Where I Came In”, seguìto dall’eccellente “The Record/Their Greatest Hits” (2002), un doppio ciddì antologico da urlo.
Attorno alla metà del decennio, i Bee Gees hanno finalmente ottenuto il pieno controllo artistico-editoriale sul loro catalogo discografico: una libertà che ha già dato alcuni frutti nel corso del 2006, con le splendide ristampe rimasterizzate dei loro primi tre album, seguita nel 2009 dal nuovo remaster di “Odessa” con tanto di cofanetto, tutte ad opera della Warner Bros. Negli anni successivi, tuttavia, complice probabilmente un cambiamento di management alla Warner, ma anche alcuni dissidi tra Barry e Robin, le uniche pubblicazioni ufficiali dei Bee Gees sono state soltanto raccolte. Nel 2012, infine, anche Robin è venuto a mancare, mentre era nel bel mezzo della composizione di nuovo materiale e nella riproposizione del catalogo storico, stavolta della sua produzione solistica. Un nuovo passaggio di consegne tra case discografiche, dalla Warner alla Capitol, annunciato sul finire del 2016, lascia tuttavia ben sperare per una nuova valorizzazione del catalogo storico dei Bee Gees, magari proprio in concomitanza, nel 2017, del quarantennale de “La Febbre del Sabato Sera”. Resto in fiduciosa attesa. (