Perry Farrell’s Satellite Party “Ultra Payloaded”, 2007

perry-farrell-satellite-party-ultra-payloadedA parte tutta la roba di Miles Davis che ho comprato negli ultimi tempi, il disco che più sto ascoltando in queste settimane è “Ultra Payloaded”, ultimo album da studio di Perry Farrell, la voce storica dei Jane’s Addiction.

In verità l’album è accreditato a Perry Farrell’s Satellite Party, un supergruppo composto da Nuno Bettencourt – già chitarrista degli Extreme – dal batterista Kevin Figueiredo, dallo stesso Farrell e da sua moglie Etty Lou, più una schiera notevole di ospiti, fra cui Flea e John Frusciante dei Red Hot Chili Peppers e il bassista dei New Order, Peter Hook.

Avevo già avuto modo d’ascoltare questo “Ultra Payloaded” l’anno scorso, fresco fresco di pubblicazione, ma non m’andava di sborsare diciannoveureccinquanta per un ciddì! Ho atteso quindi che fosse inserito nella ghiotta categoria dei ‘nice price’ e così anche “Ultra Payloaded” ha fatto il suo ingresso trionfale nella mia collezione di dischi.

Per molti aspetti, “Ultra Payloaded” è il disco più orecchiabile mai prodotto da Perry Farrell, anche il suo più commerciale se vogliamo, ma senza dubbio è un album che riflette la sua maturità raggiunta come compositore, come arrangiatore, come produttore, come leader di una band di grandi musicisti e soprattutto come cantante. Sì, perché in “Ultra Payloaded” Perry canta come non ha mai cantato prima: non solo la sua inconfondibile voce – alta e roca al tempo stesso – ma anche un tono più basso che mai s’era sentito nei suoi precedenti lavori discografici.

E poi ci sono le canzoni, undici pezzi davvero molto divertenti & coinvolgenti, dal suono pulito ma non freddo com’è avvenuto per tanti dischi pubblicati negli ultimi anni. Merito anche del celebre Steve Lillywhite – noto soprattutto per i suoi lavori con Simple Minds e U2 – qui in veste di co-produttore del disco.

1) La prima canzone in programma, la danzereccia Wish Upon A Dog Star, è stata anche pubblicata come singolo apripista e figura l’inconfondibile suono di basso di Peter Hook, al quale viene anche accreditata parte della musica. Non mancano altri ospiti illustri, come Peter DiStefano – chitarrista dei Porno For Pyros, la formazione fondata da Perry Farrell dopo il primo scioglimento dei Jane’s Addiction – e la bella Fergie dei Black Eyed Peas, qui in veste di corista. E’ un pezzo molto orecchiabile questo Wish Upon A Dog Star, subito accattivante per via della sua base funk-rock e del suo cantabilissimo ritornello.

2-3) Elementi funky accentuati nella successiva Only Love, Let’s Celebrate, altro brano molto coinvolgente e facilmente canticchiabile. Gli fa seguito Hard Life Easy, uno dei pezzi forti di quest’album, arricchito dall’avvolgente parte di basso di Flea.

4) Con Kinky ritroviamo Peter Hook al basso, in quello che è un bel pezzo arrembante & avvolgente, appena appena più aggressivo di quanto ascoltato finora.

5) The Solutionists è semplicemente una delle mie canzoni preferite di questo lavoro: il brano altro non è che Revolution Solution, una collaborazione fra il gruppo elettronico dei Thievery Corporation e lo stesso Perry Farrell, soltanto che in questo caso la base elettronica è stata quasi completamente rimpiazzata dalla classica strumentazione rock (basso, batteria e chitarra) e arricchita da sequenze orchestrali di grande effetto. Mi capita spesso di ascoltarmi una seconda volta questa The Solutionists prima di passare alla canzone successiva…

6) … finalmente una lenta, chiamata Awesome. Scandita dalla chitarra acustica di Peter DiStefano, la dolce melodia di Awesome ci regala una prestazione vocale da parte di Perry davvero inedita – incentrata sul suo registro più basso – e a suo modo struggente. Davvero una perla, questa Awesome, una delle cose migliori mai realizzate dal nostro, secondo me.

7-8) Seppur più ritmata, la successiva Mr. Sunshine è un pezzo più meditabondo e dall’atmosfera fumosa, in parte basata su Lonely Days, il primo grande successo statunitense per i mitici Bee Gees. Gli fa seguito il brano più metallaro dell’album, Insanity Rains, che ci riporta immediatamente alle atmosfere più ruggenti dei Jane’s Addiction.

9) Tuttavia il pezzo incluso in “Ultra Payloaded” che più amo è Milky Avenue, una malinconica & sognante ballata, perfetta se ascoltata a tutto volume mentre si guida in macchina con l’aria fra i capelli. E’ una canzone magnifica che mi arricchisce tutto il disco, dove Perry torna ad usare il suo inedito tono basso della voce.

10) Con la successiva Ultra-Payloaded Satellite Party ci ricolleghiamo all’atmosfera festaiola da rock danzereccio delle prime quattro canzoni del disco, anche se il risultato complessivo non m’impressiona più di tanto. E’ comunque un pezzo interessante per i suoi repentini cambi di tempo e per l’uso congiunto di cori e campionamenti.

11) La conclusiva Woman In The Window dovrebbe essere una sorpresa per tutti i fan dei Doors: si tratta infatti d’una canzone perduta di Jim Morrison, una sorta di filastrocca, attorno alla quale Perry ha ricostruito un’atmosfera vagamente hip-hop. Non un capolavoro ma certamente una conclusione inedita per un disco assai interessante che ho avuto modo di apprezzare sempre di più ascolto dopo ascolto.

C’è da dire che questo “Ultra Payloaded” è passato quasi inosservato da parte del grande pubblico: negli Stati Uniti ha raggiunto un miserissimo novantunesimo posto in classifica e la grande distribuzione non l’ha manco cagato. Ciò non toglie che si tratta dell’album più godibile mai realizzato da Perry Farrell (il mio preferito dopo il classicone dei Jane’s Addiction, il grandioso “Nothing’s Shocking”), un album che piacerà sicuramente a tutti gli ammiratori di questo originale ed eccentrico artista. – Matteo Aceto

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Michael Jackson, “Thriller (25° Anniversary Edition)”, 2008

michael-jackson-thriller-immagine-pubblicaUn mio amico, fan accanito di Michael Jackson, s’è ovviamente comprato l’edizione deluxe della nuova versione di “Thriller”, l’album dalle vendite multimilionarie pubblicato sul finire del 1982 e di recente ristampato con brani aggiuntivi e dvd contenente gli straordinari videoclip originali.

Stavo per comprarmela anch’io, questa scintillante riedizione del classicissimo di Michael, poi però ho preferito chiedere maggiori dettagli al mio amico: pensavo di trovarlo entusiasta, invece mi ha parlato molto male di questa ristampa, consigliandomi infine di risparmiarmi le venti carte necessarie all’esborso. Tuttavia è stato così gentile da prestarmi la sua copia, prima – così mi ha detto – d’imbustarla per sempre in una confezione antipolvere e di riporla sulla mensola dove tiene tutto il materiale video/discograficamente collezionabile di Michael.

Beh, a questo punto, prima di riconsegnargliela, ne approfitto per recensirla sul blog!

Esternamente la confezione promette benissimo: cartonata, a mo’ di libretto, con la foto che vedete in alto posta in copertina e la foto originale dell’album sul retro, il tutto arricchito da sgargianti cromature e da scritte dorate. Anche il libretto interno si presenta bene, è elegante contiene una nota introduttiva da parte di Michael (più che altro un ringraziamento ai fan) tutti i testi delle canzoni, la lista – imponente & già spettacolare di per sè – dei musicisti che vi suonano, i disegni che apparivano sulla busta del vinile originale e parecchie fotografie. Ecco, il problema sono appunto tutte queste fotografie: a parte un’interessante collezione che ci mostra le varie edizioni dei sette singoli estratti dall’album – Beat It, Thriller, Wanna Be Startin’ Somethin’, Billie Jean, P.Y.T., The Girl Is Mine con Paul McCartney e Human Nature – il grosso delle foto riguarda fermimmagini prese dal video di Thriller. Ok, giusto, va pure bene, però quel fantastico video mi viene mostrato in tutta la sua lunghezza (ben tredici minuti) nel dvd incluso, per cui… avrei preferito note tecniche sull’album, su come è stato composto e/o registrato (andava bene pure la trascrizione delle interviste audio del geniale produttore Quincy Jones incluse nella ristampa di “Thriller” del 2001), su qualche cazzuta nota critica d’un qualche cazzuto giornalista musicale. Insomma, un po’ di parole in più ci stavano bene, in fondo con questa ristampa si vuole celebrare una storia.

Ora però passiamo brevemente al ciddì audio, trattando separatamente l’album originale – composto da nove canzoni – e le sette tracce aggiunte…

1) “Thriller” inizia in modo assai danzereccio, grazie alla divertita & divertente Wanna Be Startin’ Somethin’, sorta di breakdance in grande stile dove a risaltare sono perlopiù le percussioni, i cori e la magnifica prestazione vocale di Michael. Una canzone che forse avrebbe giovato di una durata più breve, tuttavia è diventata ormai un classico per cui va bene così.

2) Baby Be Mine è una delle canzoni jacksoniane che più mi piacciono: un caldo brano funk-pop suonato & cantato con immensa classe. Mi sembra un’ottima rilettura della già ottima Rock With You, pubblicata sull’album “Off The Wall” (1979).

3) Il duetto con McCartney, The Girl Is Mine, è stato pubblicato come primo estratto dall’album: è una deliziosa canzone easy-listening, dove Michael e Paul bonariamente competono per conquistare il cuore della girl in questione. Anche in questo caso, The Girl Is Mine resta una delle mie canzoni jacksoniane preferite.

4) Segue il brano che dà il titolo all’album, Thriller, quel geniale & contaminato pezzo dance ormai diventato un classico, inframezzato dalla diabolica recitazione dell’attore horror Vincent Price.

5) La potente Beat It dovrebbero conoscerla pure le pietre, tanto è strafamosa! All’epoca mise daccordo gli appasionati di musica nera coi bianchi rockettari, grazie all’avvolgente assolo di chitarra di Eddie Van Halen e al grintoso arrangiamento complessivo, una perfetta fusione fra funk e rock, il tutto amalgamato dal pop che tanto strizza l’occhio alle classifiche di vendita.

6) Segue un altro grande classico di Michael, forse la sua canzone che più preferisco in assoluto, Billie Jean. Anche in questo caso, alzi la mano chi non la conosce… anzi, no, vada a nascondersi rosso di vergogna!

7-8) Se la suadente ballata funky di Human Nature mi suona come una delle migliori mai interpretate dal nostro, la successiva P.Y.T. (Pretty Young Thing) è invece la canzone di “Thriller” che meno mi piace; non che sia brutta ma in fondo è una canzonetta salvata da un bell’arrangiamento e da grandi parti vocali.

9) La conclusiva The Lady In My Life è una romantica ballata dalla struttura molto interessante: piuttosto teatrale, la canzone si arricchisce di parti strumentali e sequenze melodiche mentre procede nel corso dei suoi cinque minuti, col finale che ha ormai raggiunto tonalità funky.

Ed eccoci quindi al materiale aggiuntivo – vecchio & nuovo – per questa lussuosa riedizione…

10) Vincent Price Excerpt From “Thriller” Voice-Over Session è un breve brano di soli ventiquattro secondi dove si ascolta la sola voce del celebre attore, in particolare la sua nota risata finale. Niente di che, a dire la verità, era molto meglio l’altra Voice-Over Session inclusa nella riedizione del 2001 di “Thriller”, con l’incisione completa del ‘rap’ di Vincent e parti inedite che figuravano lo stesso Michael.

11-12) The Girl Is Mine 2008 e P.Y.T. 2008 sono due remix affidati a will.i.am dei Black Eyed Peas e sono i nuovi lavori aggiuntivi più memorabili presenti qui. Sono pezzi gradevoli che pur discostandosi parecchio dalle registrazioni originali del 1982 danno nuova personalità allo stile delle canzoni. In particolare, regge bene il rap di will.i.am e dei suoi vocalizzi sulla base hip hop della nuova The Girl Is Mine, nella quale si sente la sola voce solista di Michael che ricanta anche quelle parti originariamente affidate a Paul.

13) Wanna Be Startin’ Somethin’ 2008 è remixata da Akon e cantata dallo stesso in duetto con Michael. Non una versione particolarmente malvagia – ai fan di Akon dovrebbe piacere, dato che la parte del leone la fa lui, aggiungendovi anche nuove parti di testo – ma in fondo inutile se paragonata alla canzone originale.

14) Beat It 2008 è il terzo remix affidato a will.i.am anche se la nuova rivisitazione è accreditata alla collega Fergie (la bella cantante degli stessi Black Eyed Peas) che duetta con quelle che mi sembrano le parti vocali di Michael dell’82. Il pezzo è grintoso, non molto diverso dalla versione originale… ma del tutto inutile, dato che l’originale è una bomba!

15) Billie Jean 2008 è l’ultimo nuovo remix in programma, in questo caso affidato a Kanye West: anche qui la versione originale è una bomba e ci sarebbe ben poco da fare, tuttavia a West va il merito d’aver provato ad attualizzarne il sound (una sorta di secco ma melodico hip-hop) pur mantenendo integro l’arrangiamento originale orchestrale. Un remix fatto abbastanza bene, secondo me.

16) La conclusiva For All Time dovrebbe essere l’extra più ghiotta per i fan jacksoniani di lunga data: una canzone inedita risalente alle sedute di registrazione dell’epoca. Tuttavia il brano non suona affatto nuovo, o almeno non completamente, dato che si tratta infatti d’una versione – presumo precedente – di Human Nature: testo e ritornello sono diversi, però la struttura del pezzo, il suo andamento melodico e la strumentazione impiegata sono gli stessi. Ciò non toglie che For All Time resta una canzone molto gradevole che forse avrebbe meritato una pubblicazione quantomeno su qualche lato B di uno dei singoli originali.

Eccoci infine al dvd… mi aspettavo qualcosina in più, non so, un’intervista o un documentario in aggiunta, anche se l’inclusione del videoclip originale di Thriller, quello con gli zombi diretto da John Landis nel 1983, forse basta da solo a giustificarlo. Gli altri filmati presenti sono quelli girati per Billie Jean e Beat It – videoclip famosi quasi quanto le due stesse canzoni – ma il più notevole resta l’esibizione del nostro per il venticinquennale della Motown nel 1983, dove un Michael dalla forma strepitosa balla & canta sulla base in playback di Billie Jean e introduce all’estasiato pubblico il suo celebre moonwalk per la prima volta. Davvero una roba da brividi, penso che i fortunati presenti in quella serata se la ricordino ancora!

Piaccia o no, “Thriller” è un album epocale, il disco pop per eccellenza degli anni Ottanta ed è il primo album di musica leggera che ha portato la musica nera alle grandi masse bianche: è giusto tributarne i dovuti onori anche se resta il forte dubbio che Michael (e la potente etichetta Sony-BMG) l’abbia reimmesso sul mercato più per i soldi che per reali intenti celebrativi. Non so se andrò a comprarmi questa terza edizione del classicissimo jacksoniano: venti euro non sono pochi ma nemmeno molti se si considera che con quei soldi ci portiamo a casa un pezzo di storia della musica moderna in una confezione che al momento rappresenta la migliore mai pubblicata. Non so, aspetterò di riconsegnare al suo proprietario la copia che sto ascoltando in questi giorni… se in seguito mi dovesse mancare, il negozio di dischi è vicino…

– Matteo Aceto