Dopo essere stato scaricato senza troppi complimenti dai Clash nell’estate del 1983, il chitarrista, cantante e compositore Mick Jones decide immediatamente di formare un nuovo gruppo.
Inizialmente chiamata TRAC, la nuova band che Jones assembla col bassista Leo Williams e lo stesso storico batterista dei Clash, Topper Headon, debutta nel 1984 a nome Big Audio Dynamite, col singolo The Bottom Line. Della formazione fanno ora parte anche Don Letts (principale regista dei video dei Clash), Greg Roberts (che quindi ha rimpiazzato l’inaffidabile Topper) e qualche tempo dopo anche il tastierista Dan Donovan.
Nel 1985 esce il primo album dei B.A.D., “This Is Big Audio Dyanamite” (contenente il singolo E=MC^2), che entra in diretta concorrenza con “Cut The Crap”, l’album a nome Clash che Joe Strummer e Paul Simonon realizzano nello stesso anno. Da fan dei Clash, posso affermare in tutta serenità che il disco di Mick è decisamente superiore, innovativo dal punto di vista musicale, in linea col suono degli anni Ottanta, mentre la nuova musica di Strummer & soci cercava inutilmente di portare indietro le lancette dell’orologio. E’ evidente, inoltre, come Mick abbia continuato la strada che gli stessi Clash avevano intrapreso con l’album “Sandinista!” del 1980, mentre i Clash post-Jones hanno decisamente… smarrito la strada.
Nel 1986, con i Clash ufficialmente sciolti, esce “Nr. 10, Upping St.”, il secondo album dei Big Audio Dynamite. Oltre alla favolosa resa sonora, il disco contiene una grande sorpresa: è prodotto da Jones con Joe Strummer, mentre la maggior parte delle canzoni è accreditata, come ai bei tempi, a Strummer/Jones. In quel periodo si parla di una reunion dei Clash ma la cosa non avviene e i B.A.D. vanno coraggiosamente avanti.
Il terzo album di Jones & soci, “Tighten Up, Vol. 88”, esce nel 1988: anche in questo album c’è lo zampino di un altro membro dei Clash, infatti Paul Simonon disegna la vivace copertina del disco. Disco che, tuttavia, risulta inferiore ai due precedenti, penalizzato dalla consapevolezza di voler piacere a tutti i costi a discapito dalla spontaneità sonora e delle idee creative. C’è da dire che il primo singolo estratto dal nuovo album, Just Play Music!,è comunque molto piacevole.
Dopo una grave malattia che stava per portare Mick Jones all’altro mondo, nel 1989 esce il coraggioso ed innovativo “Megatop Phoenix”, un disco enormemente contaminato, un sound che già prefigura gli anni Novanta (è il migliore dei B.A.D., secondo la mia modesta opinione), nonché il canto del cigno dei Big Audio Dynamite nella loro formazione originaria.
L’anno dopo, infatti, Jones darà vita ai Big Audio Dynamite II con altri musicisti, mentre Don Letts, Leo Williams, Dan Donovan e Greg Roberts si dedicheranno ad altri progetti musicali. Tempo qualche anno e Mick formerà un nuovo gruppo, i Big Audio, che pubblicheranno soltanto un album, il debole “Higher Power” del 1994 (a dispetto del titolo, a ben vedere… non pochi fecero notare con sarcasmo come i Big Audio fossero privi di… Dynamite), prima di resuscitare, seppur per poco tempo, il nome storico dei Big Audio Dynamite.
Ad ogni modo, in seguito al successo della riedizione deluxe da due ciddì del primo album, “This Is Big Audio Dynamite”, edito dalla Legacy/Sony nell’autunno del 2010, i B.A.D. si sono brevemente riformati al principio del 2011, con tanto di tour celebrativo. C’è da dire, purtroppo, che il tour ha interessato soltanto la nativa Gran Bretagna, anche se la band ha partecipato ad alcuni importanti festival internazionali come quello di Coachella e il celebre Lollapalooza. Dal 2011 ad oggi, tuttavia, non si sono viste ulteriori ristampe del catalogo storico della band, né Jones o Letts hanno espresso l’intenzione di tornare in pista con qualcosa di nuovo. Il profilo facebook dei B.A.D., se non altro, resta ancora attivo, con aggiornamenti sporadici di tanto in tanto, uno dei quali, nell’agosto 2016, ricordava il giorno che avrebbe segnato il sessantaquattresimo compleanno di Joe Strummer. A parte tutto, è un piacere sapere che qualcosina all’interno dell’universo Clash, per piccola che sia, continua a muoversi. (
– Matteo Aceto