Un po’ di questo, un po’ di quello

E’ proprio da un bel po’ che non scrivevo niente di nuovo su questo mio blog, ultimamente trascurato come non mai. Un ciddì di John Coltrane che ho preso pochi giorni fa e un album dei Genesis che ho riascoltato con particolare trasporto mi hanno fatto tornare la voglia di parlare di musica su Immagine Pubblica. Per quanto, temo, ho bisogno ancora di qualche giorno per ritrovare l’ispirazione necessaria per scrivere qualche post decente.

Inoltre, credo d’aver finalmente visto tutti i film diretti da Federico Fellini, per cui vorrei aggiornare il discorso di questo post. Ho anche riletto con gran gusto “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino, mentre proprio ieri sera ho finito di leggere “La banda dei brocchi” di Jonathan Coe, un libro che avevo preso alcuni mesi fa ma che era rimasto a contemplare granelli di polvere sul comodino. Ecco, mi piacerebbe anche parlare di questi due libri.

In effetti mi piacerebbe sprecare un po’ di parole per tanti altri argomenti, qui sul blog: la triste morte di Michael Jackson, ovviamente, una tragedia che mi ha colpito enormemente (più di quanto mi sarei aspettato, a dire il vero); l’imminente ripubblicazione degli album dei Beatles; alcune recensioni su dischi di Miles Davis, Nina Simone, Queen, Depeche Mode, Roger Waters, David Sylvian, The Style Council, Tears For Fears, Bee Gees, The Cult e Donald Fagen. Oltre che, come detto, Coltrane e i Genesis. Insomma, tutta gente della quale – in un modo o nell’altro – abbiamo già parlato qui su Immagine Pubblica. Il fatto è che mi sto accorgendo che, gira & rigira, nonostante ascolto veramente di tutto – spaziando fra le discografie degli artisti più disparati – ascolto quasi sempre gli stessi nomi: dopo ventanni buoni d’ascolti ho ormai capito quali musiche le mie orecchie apprezzano di più. Forse dovrei passare con più convinzione alla classica o alla lirica per allargare ulteriormente i miei orizzonti, perché credo che in fatto di jazz e soprattutto di pop/rock ho ormai individuato ciò che cerco.

E così – tornando per l’ennesima volta a quelli che restano fra i miei preferiti di sempre, i Beatles – lasciatemi concludere questo post con un breve aneddoto circa gli album remasterizzati che saranno pubblicati dopodomani (il fatidico 9/9/09): a quanto pare, i capoccioni della EMI hanno anche eliminato alcuni errori presenti nelle canzoni dei Beatles, errori che sono ormai entrati a far parte di quelle canzoni, sono stati studiati (e in certi casi pure apprezzati) e quindi storicizzati come parte del contesto culturare/tecnologico di quegli anni. Ecco, tanto per fare un esempio, che sullo sfumare del riverbero finale di A Day In The Life (tratta dall’album “Sgt. Pepper”) m’abbiano eliminato quello scricchiolio di sedia che a me comunque piace lo stesso, ecco dicevo, a me fa un po’ incazzare! Non sono mica poi così bendisposto a sborsare un paio di centinaia di euro per un catalogo che, con la scusa di volermi proporre un lavoro più nitido dal punto di vista sonoro, finisce col restituirmi una versione perfettina e asettica d’un gruppo che perfettino e asettico non è mai stato. La curiosità è tanta, in definitiva… ma pure i dubbi. Vedremo… anzi, no, sentiremo. – Matteo Aceto

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Notiziole poliziesche

sting-if-on-a-winters-night-immagine-pubblica-blogE’ stato annunciato ieri il titolo del nuovo album di Sting, “If On A Winter’s Night…” (ricorda qualcosa di Italo Calvino, non so se è un caso…), che sarà pubblicato a ottobre dalla Deutsche Grammophon, la stessa prestigiosa etichetta che aveva già editato il precedente “Songs From The Labyrinth”. Prodotto da Robert Sadin, il nuovo album di Sting s’avvale di noti collaboratori del nostro – fra cui il bravissimo Dominic Miller – e conterrà ballate e traditional angloirlandesi di alcuni secoli fa, fra cui Gabriel’s Message, che il nostro aveva già proposto come lato B del singolo Russians (1985). Le uniche due canzoni scritte da Sting sono The Hounds Of Winter e Lullaby To An Anxious Child, entrambe originariamente pubblicate nel 1996.

Sempre a ottobre, inoltre, uscirà l’autobiografia di Stewart Copeland, “Strange Things Happen: Life with The Police, Polo, and Pygmies”. Il carismatico batterista sarà però impegnato musicalmente in questo mese & nel prossimo coi nostrani La Notte Della Taranta: in Italia si esibiranno i prossimi 30 giugno (Roma, Villa Ada) e 4 luglio (Milano, Jazzin’ Festival). Energico come sempre, il buon Stewart è anche al lavoro con orchestre sinfoniche varie per due progetti concertistici.

E Andy Summers? Il poliziotto più tranquillo fra i tre s’è dato con successo alla fotografia con tanto di esibizioni in giro per il mondo. Comunque, per ogni ulteriore dettaglio rimando ai siti…

Ah, dimenticavo, se per caso non si fosse ancora capito: io amo i Police! – Matteo Aceto