Fino a pochi giorni fa non sapevo assolutamente nulla di Laura Pergolizzi, una cantante italoamericana che si fa chiamare semplicemente con le iniziali del suo nome, LP. Non sapevo che era lei l’autrice e l’interprete di due canzoni che ascolto da un po’ di tempo in radio, Lost On You e Other People, due canzoni che ho trovato subito belle e decisamente superiori a tutto il resto che la radio mi ha fatto sentire in questo 2016 oramai alla fine.
E così, se l’altro ieri ho casualmente saputo che Lost On You e Other People sono dovute alla stessa artista, e che quella artista si chiama LP, ieri ho addirittura comprato tutto l’album della cantante, che si chiama proprio “Lost On You” e che è distribuito dalla Sony. Premetto subito che, una volta programmato il mio lettore ciddì sulle tracce 3 e 6, vale a dire Lost On You e Other People, ho ascoltato a ripetizione continua le due canzoni in questione. E in effetti non mi sbagliavo, mi suonano proprio come le cose (nuove) più belle che io abbia mai ascoltato quest’anno.
Con quel suo ritmo morbidamente saltellante, a metà tra un reggae e un country, Lost On You è decisamente irresistibile, e per una volta capisco l’ossessione con la quale è stata trasmessa in radio da un po’ di mesi a questa parte. Comunque non saprei dire se è migliore di Other People, leggermente più propulsiva ma più ammaliante e con un fascino retro che, di fatto, la rivela già come un potenziale evergreen. Insomma, nel complesso, gli otto minuti & mezzo di queste due canzoni bastano da soli a giustificarmi l’acquisto dell’album, un album questo “Lost On You” che comunque comprende altri otto brani, tutti inequivocabilmente pop ma tutti piacevolmente contaminati – chi più chi meno – da soul, gospel ed elettrowave anni Ottanta. Brani non sempre uniformi (e forse è un bene) ma che sono se non altro accomunati dalla piacevole voce di LP, potente e fragile a un tempo, e da una certa coralità ed epicità nelle melodie.
Mi è davvero piaciuto questo “Lost On You”, è proprio brava la nostra LP, così come penso che abbia fatto un buon lavoro anche il produttore esecutivo dell’album, un certo Mike Del Rio del quale ammetto candidamente di non aver mai sentito parlare prima. Brava Laura, spero proprio che non si tratti di una meteora. Non se lo meriterebbe. – Matteo Aceto